Gli Eupallici

Lo stadio più fascinoso del mondo:
il "Pierluigi Penzo" di Venezia tra le isole della laguna
Azor

Veneziano di famiglia e per indole,
vive in laguna ma risiede in riva all'Arno per necessità
Storico di professione negli atenei della Marca e della Tuscia
Bomber, ispirato a Bonimba ma col numero di maglia di Rombo di Tuono, in prati e cortili eporediesi (1968-1972), assai modesto fiorettista (1970-1973), si è poi dato alla palla ovale (1974-1976) dove ha espresso il meglio di sé (convocazione a stage della Nazionale allievi) prima di accasarsi e appesantirsi
Campione imbattibile di Subbuteo in stagioni giovanili (1971-1976, 1980-1982, 1988) denuncia evidenti segni di logorìo nei recenti tornei domestici (2007-2012), ed è ormai impietosamente stracciato a calcio balilla dal figlio (2009-2012)
A parte un'iniziale compulsione per FIFA Soccer 95 durante una tournée londinese al Warburg Institute nell'autunno 1994, non è particolarmente attratto dai videogiochi calcistici, nelle episodiche incursioni nei quali si prende peraltro le compensative rivincite sul figlio
La sua principale occupazione da 45 anni a questa parte è quella di voyeur calcistico senza ambizioni particolari se non quella di esserne reputato uno dei maggiori (quanto virtuali) intenditori

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Lo stadio più fascinoso del mondo: San Siro 
prima dell'intitolazione  a Peppino Meazza, 
prima del terzo anello,
probabilmente non prima di una partita 
Mans

Milanese di nascita e di appartenenza emotiva ma senza fissa dimora
Storico di professione nell'ateneo della capitale longobarda
Centrocampista (in)offensivo di squadre giovanili e minori (1974-1977), appese le scarpe al chiodo indignato per la mancata cessione a un grande club
Allenatore di fama mondiale: ha sollevato più volte alla guida dello Swansea City e della Virtus Entella la Coppa dalle grandi orecchie (stagioni 2003-2004/2043-44 di Football Manager). A fine carriera ricicla il WM: onusto di gloria, ha preferito ritirarsi prima di subire l'onta di un esonero
Escogitatore di giochi di simulazione calcistica (con tappi, figurine panini, campi a quadratini e dadi) sin dalla più tenera infanzia (stagione 1962/63), non ha mai individuato la soluzione ottimale
Da sempre e in ogni caso dedito a impegnative attività di voyeurismo calcistico, spera di vivere abbastanza a lungo per poter ammirare nuovi e ancora sconosciuti fuoriclasse e squadre formidabili

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Lo stadio più fascinoso del mondo:
il "Carlo Speroni" di Busto Arsizio
Alb

Bustocco di nascita
Fin da piccolo è stato considerato un teppistello - ma grande giocatore di figurine, campione rionale di 'lungo' e 'stagnino' - e come tale punito con la reclusione in un severo collegio lombardo
Dalla follia e dalla tristezza è sfuggito dandosi allo sport, in primis all'atletica (corsa e salto in lungo), conquistandosi coi denti qualche medagliuzza in ambito provinciale
A latere ovviamente il calcio, prima giocato come mezzala d'attacco (soprannome all'oratorio 'riverino', non so se mi spiego), poi salendo gli anni e discendendo la vista e il fiato, come centrocampista di concetto
Amore disperato per la mitica Pro Patria (la maglia più bella del mondo) e per la Fiorentina, a cui ha dedicato un romanzo persino premiato 
Studi letterari e filologici poi l'insegnamento, dalle medie all'Università, con un passaggio biennale in carcere
Allenatore per diletto, ha formato un giovanissimo Marco Simone e una promessa del calcio italiano come Rufo Verga, designato come il dopo Baresi, ma fermato da un infortunio irreparabile

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Lo stadio più fascinoso del mondo: il Comunale di Firenze,
nel quale ha rischiato di morire Giancarlo Antognoni,
ma Eupalla (e il massaggiatore del Genoa) l'hanno salvato.
In questo impianto la Fiorentina ha inoltre battuto
quasi sempre il Pisa e spesso i gobbi. E tanto basta per amarlo
Cibali

Fiorentino da generazioni e anti-pisano da sempre, vive sotto le palle del Biancone dalla nascita e ivi lavora
Storico di professione nelle università USA e rilegatore/restauratore della carta per hobby (ma prima o poi mollerà tutto per dedicarsi esclusivamente a questo nobile e quasi estinto mestiere)
Grande portiere, cui sono mancati dieci centimetri per fare una straordinaria carriera sportiva. Ha abbandonato l'agonismo quando si è reso conto di aver meno fiato che capelli neri in testa
Fenomeno incontrastato nel calcio che conta, ovvero quello di Pro Evolution Soccer, specie nelle versioni 2010 e 2011, disciplina nella quale è rimasto imbattuto per oltre un anno, partite online incluse. E proprio online è stato impietosamente umiliato, nell'aprile 2012, da un tredicenne inglese, tale Scott cui ha giurato vendetta (ma non l'ha ancora ritrovato online...)
Voyeur calcistico dall'età di otto anni, da quando cioè il padre lo portò a vedere Fiorentina-Genoa e assistette, bambino, al terribile incidente di cui fu vittima il (mai abbastanza) venerato Giancarlo Antognoni
Ha tre convinzioni incrollabili nella vita: Diego Armando Maradona è il più grande calciatore di sempre, la Fiorentina vincerà il terzo scudetto entro il 2022, sua moglie non gli lascerà vedere il calcio per sempre con la stessa tolleranza con cui l'ha fatto fin'ora

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Lo stadio più fascinoso del mondo:
  Estadio Alberto Jacinto Armando, detto La Bombonera
  Club Atlético Boca Juniors, Buenos Aires, Barrio de la Boca. 
 I suoi palchi ospitavano la bisboccia di Diego Armando Maradona

Duca

Torinese per caso, globetrotter per scelta, attualmente risiede sulle spiagge alicantine, in fervida e fiduciosa attesa di nuove scoperte geografiche
Ricercatore in terra elvetica, si occupa di studi letterari e filologici e concentra i suoi sforzi su poeti volgari trecenteschi di bassa lega
Ad una passione smisurata per il calcio non corrisponde un talento adeguato, nonostante i numerosi tentativi e l'inossidabile abnegazione. Ciò lo porta a sperimentare diversi sport (basket, canoa, tennis, squash, corsa) fino ad arenarsi nell'improbabile sogno di diventare una stella del padél (o paddle tennis): fuori tempo massimo. La realtà quotidiana è fatta di numerosi piccoli infortuni e cocenti sconfitte, ma lo spirito è ancora quello dell'infanzia
Scopre il calcio nel 1982, quando il suo sguardo incrocia la trasmissione di un match della Nazionale italiana: folgorato da Giancarlo Antognoni, decide di consacrare la propria esistenza ai preparativi delle celebrazioni del terzo scudetto fiorentino
Cultore di tutto ciò che è simulazione del calcio (videogames, calciobalilla, Subbuteo, Giocagol, etc.), episodicamente sogna ancora ad occhi aperti il proprio esordio in maglia viola al Santiago Bernabeu, La Catedral Del Fútbol, in una finale di Champions League, contro la Juve

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Lo stadio più fascinoso del mondo: l'Arena Civica di Milano,
prima che venisse intitolata a Gianni Brera, 

forse prima che l'Inter si trasferisse a San Siro
Kalz

Milanese
 Fantozzi dell'editoria per professione, ha il vezzo di definirsi un “nostalgico sportivo”
Ha fatto il suo esordio sui gradoni in cemento dello stadio di San Siro nella stagione 1961-62
Calcisticamente si è formato vedendo alla vecchia Arena gli allenamenti del Milan di Rocco, Altafini e Pelagalli, ma soprattutto attraverso le figurine cartonate dei primi anni Sessanta e una serie infinita di partite disputate con giochi da tavolo, in parte inventati da lui stesso
All'avvento del Subbuteo in Italia, capì che un'epoca era al tramonto e non era più tempo di giochi. Si dedicò quindi alla lettura dei grandi scrittori russi e alle gambe infinite di una giocatrice di basket. Due esperienze che lo hanno segnato per sempre
Innamorato di Londra, continua a vivere a Milano,
dove conduce una vita da mediano costellata di squallidi zero a zero
Ancora oggi ama chiudersi in macchina e recitare 
a voce alta la formazione dell'Inghilterra nella finale dei Mondiali del 1966
Per sentito dire, sa dell'esistenza di mirabolanti videogiochi calcistici, ma il mondo della playstation per lui è come il Congo: sa che esiste, ma non ci metterà mai piede

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Lo stadio più fascinoso del mondo: il Lenin Central Stadium
di Mosca, ora rimesso a nuovo e rinominato Lužniki,
ma in attesa di ulteriore lifting: sede designata della finale
dei mondiali di Putin (2018)
MacUrl

Grebano (genovese di montagna)
Russista di professione negli atenei della Lanterna e della capitale longobarda
Terzino/mediano di squadre dilettantische ispirato a Ungureanu, eccellente nel tackle e nella rimessa laterale con un discreto tiro dalla distanza, totalmente negato per il gioco aereo, smette all'età di 36 anni avendo abusato dei legamenti deltoidali
Scopre allora una tardiva vocazione per la corsa in montagna, trionfando in più di una volta (due per la precisione, entrambe nel 2001)
Virtuoso (ma efficace) della stecca a tre omini del calcio-balilla; detentore per svariati mesi del record di punti del flipper di in un bar di via Balbi a Genova negli anni ’80
Dedito dall'età di sette anni al voyeurismo calcistico, tifoso viscerale della Fiorentina, e nell'età adulta, dello Spartak Mosca, con la speranza di non vederle mai l’una contro l’altro

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Lo stadio più fascinoso del mondo: il San Paolo
- già Stadio del Sole - di Napoli, rigorosamente prima
della inopinata copertura realizzata in occasione di Italia '90,
inaugurato il 6 dicembre del 1959 con un 2 a 1 alla Juve
e dove si manifesterà per sette lunghi anni il dio del calcio
Pope

Vesuviano
Architetto mancato e operatore della creatività urbana di professione
Folgorato a 5 anni da Pablito Rossi durante il Mundial, si cucì il numero 20 su una maglia poi subito dismessa, visto lo scarso fiuto per il goal, a favore di una tuta da portiere; indossata con onore nei rinomati tornei di calcio in strada del suo quartiere, durante i quali si specializza nel ruolo di “portiere americano ovvero volante”, assecondando così una latente schizofrenia che lo porta a non disdegnare l'uso dei piedi per proiettarsi in furiose cavalcate sulla fascia destra che spiazzavano i pedatori ospiti, ben prima che la fama di quell'altro dissociato di Higuita giungesse in Italia
Appassionato consumatore di alcune simulazioni calcistiche, dal subbuteo al calciobalilla fino alle più recenti produzioni videoludiche e manageriali on e off-line, non riesce a capire perché PES 2014 non contempli la pioggia nelle variabili metereologiche mentre Microprose Soccer del 1988 aveva il clima a variabilità dinamica potendo passare in una sola partita dal sole a picco a temporale con fulmini
Tifoso credente del Napoli fin da bambino, si disinteressò per tre lustri buoni al calcio giocato a seguito della delusione per gli abusi di Maradona, scavalcando fortunatamente gli anni più tristi della sua squadra. Riavvicinato alla passione da un nuovo gruppo di amici in età matura, scopre il piacere di poter parlare di calcio coi tassisti, dei cui servizi non aveva mai avuto bisogno in età adolescenziale

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Lo stadio più fascinoso del mondo:
il 'Filadelfia', naturalmente.
E' ormai un cumulo di rovine,
dove però i ricordi non si spengono mai
Pulici

Milanese di nascita, vigevanese di formazione (culturale e politica).
Pubblicista sportivo alle origini, scriveva i servizi sulle partite senza andare a vederle.
Ha simpatizzato, negli anni '60, per tutte le squadre che vincevano lo scudetto, finendo per legarsi definitivamente a quella (ovviamente il Torino) che non lo vinceva mai.
Logico che il 1976 sia stato l'anno migliore della sua vita.
Mancino senza ruolo preciso, giocava in una squadra d'oratorio denominata (toh!) Superga.
Da decenni dedito ad attività di sperimentazione diuturna dei giochi (tecnologicamente avanzati e no) di simulazione calcistica,
non ha ancora deciso quale sia il migliore


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Lo stadio più fascinoso del mondo:
il Marakana di Bekgrado, ai tempi di Dejan Savicevic e
Pixie Stojkovic
Dejan

Una barba di ispirazione vichinga, una laurea a Siena, un lavoro in Maremma 
Sul mare per tante estati, da poco padre felice, un tempo fantasista di provincia.
 Due ginocchia immolate sui campetti, 
nuotatore in pausa pranzo; 
lettore di tanti libri, spettatore instancabile di calcio e basket
Tifoso milanista in aspettativa, 
collezionista musicale, ex tennista autodidatta.




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Lo stadio più fascinoso del mondo:
La “Johan Cruijff ArenA”, santuario del progresso del football
Oslo

Milanese di nascita ma abruzzese nel cuore.
Ingegnere e chitarrista poco virtuoso, un tempo attaccante rapace dai piedi rivedibili.
Ha passato ogni domenica degli ultimi sei anni
ad aspettare i germogli di un nuovo Milan, senza mai perdere la speranza.
Lettore appassionato della fantascienza di Asimov
e di tutto ciò che lo possa far viaggiare
attraverso le immense distese dello spazio-tempo.






Altri autori e collaboratori: Gino Cervi, Simone Galeotti, Alessandro Aleotti